Verifica a domande aperte sul romanzo di Pirandello "Il Fu Mattia Pascal"
1) Data di composizione dell'opera e modalità di pubblicazione
Il Fu Mattia Pascal venne scritto nel 1904 e nello stesso anno uscì a puntate sulla rivista "Nuova Antologia". Fu pubblicato poi in volume.
2) Spiega in che modo è condotta la narrazione
Il romanzo è scritto retrospettivamente: con una lunga analessi (flashback) le vicende vengono narrate a partire dalla fine
3) Chi è il narratore e com'è la focalizzazione
Il narratore è lo stesso Mattia Pascal e la focalizzazione è interna
4) In quali luoghi si apre e si chiude la narrazione?
La storia inizia e si conclude a Miragno, immaginario paesino della Liguria
5) Il tempo nel romanzo non è specificato, ma da alcuni indizi si può capire che le vicende avvengono tra il 1870 e l'inizio del '900. Cita qualcuno di questi indizi
Si sa che Roma è diventata capitale del Regno d'Italia, quindi le vicende si svolgono sicuramente dopo il 1870; inoltre Pascal ci fa sapere inoltre che il Papa in quel momento è Leone XIII (muore nel 1903)
6) Quanto si presume che duri, all'incirca, il tempo della storia?
Circa due anni, probabilmente qualche mese in più
7) Da cosa sono occupati i primi due capitoli del romanzo?
Da due premesse filosofiche in cui Mattia Pascal spiega le ragioni che lo hanno spinto a scrivere la propria storia
8) Chi consiglia a Mattia Pascal di scrivere la propria storia e quali sono le motivazioni che lo spingono effettivamente a farlo?
Mattia decide di scrivere su consiglio dell'amico Don Eligio Pellegrinotto e le motivazioni per cui decide di farlo sono: la stranezza del proprio caso e il fatto che possa servire da insegnamente a qualcuno
9) Quali sono i due momenti cruciali nella vita di Mattia Pascal/Adriano Meis?
Quando scopre il suo presunto suicidio (fatto di cui viene a sapere mentre sta leggendo il giornale sul treno, di ritorno da Montecarlo) e il momento nel quale gli vengono sottratti i soldi nella casa a Roma e capisce che non può vivere una vita vera, piena, non può amare davvero Adriana.
10) Cosa si intende con "lanterninosofia"?
E' una teoria filosofica sul rapporto tra uomo e mondo che Pirandello fa esporre da un personaggio del romanzo, Anselmo Paleari. Secondo questa teoria l'uomo, a differenza delle altre creature viventi, ha il privilegio di "sentirsi vivere" e percepisce la realtà fuori da sé come un grande buio. L'uomo, con questa sua consapevolezza (il lanternino) diffonde un chiarore intorno a sé per illuminare le tenebre del mondo. Il mondo esterno è percepito dunque come qualcosa di minaccioso (il buio) che l'uomo non riesce davvero a conoscere (la luce del lanternino è troppo debole).
11) Illustra brevemente l'episodio dello "strappo nel cielo" e il suo significato all'interno del romanzo e nella filosofia pirandelliana
Anselmo Paleari invita Adriano/Mattia ad uno spettacolo di marionette in cui viene rappresentata l'Elettra. Ad un certo punto, Anselmo chiede cosa accadrebbe se nel cielo di carta del teatrino comparisse un buco e Adriano risponde che Oreste diverrebbe Amleto.
Il teatrino è dunque metafora della condizione dell'uomo, che vive recitando una parte, sotto una maschera. Una vita fittizia oltre cui non c'è nulla di concreto e sostanziale e così è anche la realtà che ci circonda: essa è una costruzione fittizia, come la scena teatrale. Basta un nulla per mettere in crisi tale finzione: lo strappo che si produce nel cielo di carta del teatrino ci dice che quel cielo è falso, ma la marionetta (l'uomo) è abituata a considerarlo vero ed entra in crisi, non riesce più ad aderire alla sua "parte", è costretta a vedere se stessa e la realtà in modo nuovo, in un mondo in cui tutte le sue abituali certezze si dissolvono
12) A quale conclusione giunge il protagonista del romanzo?
Che una vita vissuta senza lasciare traccia di sé non è una vita realmente degna, anzi non è vita affatto.
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