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1) Quale fu il primo incarico che Galilei assunse all’interno dell’università e in quale città?
Nel 1589 fu lettore di matematica all’università di Pisa e nel 1592 passò all’università di Padova come professore di matematica, fisica e astronomia.
2. Quale incarico venne offerto a Galilei al suo ritorno in Toscana e da chi?
Cosimo II de’ Medici, nel 1610 lo nominò “matematico primario dello Studio pisano e filosofo di corte
3. In quale anno Galilei ricevette un primo richiamo dal Santo Uffizio e per quali motivi?
Nel 1616, in seguito alle affermazioni di Galilei circa la distinzione da stabilire tra verità scientifiche e dogmi di fede (affermazioni che intervenivano quindi su una materia che la Chiesa considerava di sua competenza), la Congregazione dell’Indice decretò la
censura della teoria di Copernico: a Galilei fu proibito di sostenere le tesi copernicane
e gli fu imposto, pena il carcere, di non insegnarle e di non difenderle né con la parola né
con gli scritti.
4. In quale anno Galilei fu condannato e a quale pena?
Galilei, vecchio e malato, nel febbraio del 1633 dovette presentarsi a Roma al
tribunale dell’Inquisizione. La pena assegnatagli era grave (il carcere a vita), ma fu commutata per intervento del papa
Urbano VIII in domicilio coatto nella sua casa ad Arcetri, sulle colline fiorentine.
5. Egli abiurò le proprie tesi o si rifiutò di farlo?
Sì, il 22 giugno del 1683 fu costretto a pronunciare l’abiura delle proprie
tesi.
6. Quali sono i contenuti del Sidereus Nuncius?
Nel Sidereus Nuncius lo scienziato comunicò al mondo dei dotti il risultato delle sue ricerche: i quattro principali
satelliti di Giove (che chiamò «pianeti medicei» in onore dei Medici di Firenze), la composizione della via Lattea, i monti della Luna. Oltre a ciò Galilei mostrò sempre più apertamente di volere sostenere le teorie di Copernico, che egli aveva già appoggiato in precedenza, in due lettere private risalenti al 1597.
7. Che cosa sono le lettere “copernicane”?
Tra il 1613 e il 1615, scrisse le quattro lettere “copernicane” relative ai rapporti tra scienza e fede. Le più famose sono quelle inviate al discepolo Benedetto Castelli, padre benedettino e insegnante di matematica a Pisa (1613), e quella
indirizzata a Madama Cristina di Lorena, granduchessa di Toscana (1615). In esse Galilei
reclama l’autonomia della conoscenza scientifica ottenuta attraverso «sensata esperienza» e «certe dimostrazioni».
8. Perché Galilei scrisse Il saggiatore?
. Nel 1623 Galilei pubblicò Il saggiatore,opera dedicata a papa Urbano VIII, in cui attaccava il gesuita Orazio Grassi
(che usava lo pseudonimo di Lotario Sarsi), astronomo e matematico del Collegio Romano, il quale affermava che le comete erano corpi celesti con moto circolare. L’ipotesi di Galilei sulla natura delle comete, secondo la quale erano dovute solamente a un fenomeno di rifrazione della luce, si
dimostrò errata; ebbe tuttavia la funzione di stimolare dubbi sulle conoscenze acquisite e di proporre nuove osservazioni che avrebbero aperto la strada «al ritrovamento del vero»; lo stesso Saggiatore divenne una sorta di manifesto del nuovo metodo scientifico promosso da Galileo.>
9. Qual è l’argomento del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo?
L difesa del Copernicanesimo
10. Quale fra i protagonisti del Dialogo difende la posizione aristotelica?
Simplicio
11. Qual è l’ultima opera di Galilei e quali argomenti tratta?
L'ultima oepra di Galileo è "Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze attinenti alla meccanica e ai movimenti locali" in cui lo scienziato contrappone al cosmo aristotelico il vuoto immenso dello spazio infinito e ribadisce la necessità metodologica di estendere i concetti matematici al campo dell’esperienza fisica.
12. Quali sono i passaggi in cui si articola il metodo galileiano?
Si inizia dall’osservazione diretta della natura dalla quale deriva l’ipotesi, cioè la formulazione provvisoria della legge; dall’ipotesi si passa all’«esperimento», il solo che può eventualmente confermare l’ipotesi trasformandola in legge, cioè in una formulazione matematica che valga per tutti i casi simili.
13. Che cosa contrappone Galilei al «mondo di carta» dei filosofi aristotelici?
Al «mondo di carta» dei filosofi aristotelici egli oppone il «gran libro della natura», alla sicurezza che essi ostentano, credendo di possedere la verità, egli oppone l’umiltà del ricercatore che lentamente scopre il vero attraverso l’indagine.
14. Quali tra le opere di Galilei sono scritte in latino?
Galilei scrisse in latino il Sidereus Nuncius, e la seconda parte dei Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a
due nuove scienze, la cui prima parte, di carattere storico-descrittivo, fu invece composta in volgare. Tutte le opere di maggior impegno, come Il saggiatore e come il Dialogo sopra i massimi sistemi, sono scritte in volgare.
15. Quali aspetti caratterizzano la prosa di Galilei?
Presenza di frasi idiomatiche e di espressioni colloquiali vivaci e briose, ma anche
mordaci e taglienti quando la polemica si fa più aggressiva;
• uso di parole del linguaggio comune, sottoposte, però, a una rigorosa precisione semantica perché, fra i tanti significati possibili di un termine, è scelto solo quello adatto a un determinato contesto;
• il ricorso alla metafora che facilita la comprensione della conoscenza scientifica;
• la sintassi semplice e rigorosa che riproduce l’esattezza e la chiarezza del discorso scientifico.
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